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Si è tenuto ieri sera (martedì 23 febbraio) il primo incontro del percorso di formazione sportiva presso l’auditorium della scuola media di Azzano San Paolo. Si è trattato di un vero successo: tante le persone presenti (quasi 80 tra allenatori, istruttori, dirigenti e genitori) così come sono stati tantissimi i temi toccati dalla dottoressa Lucia Castelli (pedagogista e insegnanti di educazione fisica).

‘Fare in modo che un bambino diventi sempre più autonomo e indipendente‘ è stato il primo punto affrontato: questo dev’essere il principale obiettivo del sistema educativo che ruota intorno ad ogni bambino; famiglia, scuola e società sportiva: componenti che ovviamente dovranno lavorare in sinergia. Il tutto in un contesto di regole chiare e ben codificate, modellate in funzione dell’età del bambino/ragazzo.

Si è poi affrontato l’argomento dell’adulto visto come un esempio (con tanto di supporto video a cura di Bruno Bozzetto): vogliamo che i nostri ragazzi facciano determinate cose? Noi dobbiamo essere i primi a farle. I bambini ci osservano, ci studiano e ci imitano.

Altro tema: come lo sport viene percepito dagli adulti e come dai bambini. Il rischio, dovuto a una tendenza degli ultimi anni che riguarda indistintamente tutti gli sport, è che l’aspetto agonistico spesso prenda il sopravvento, e valori importantissimi in uno sport di squadra come l’aspetto relazionale e ricreativo passino in secondo piano.

La competitività inizia sempre prima, ci sono ragazzi di 16 anni che hanno già alle spalle 10 anni di sport a livello agonistico.

Bisogna invece provare a costruire un percorso che si modelli su quelle che sono le reali necessità dei bambini. Interessantissima per esempio la slide che mostrava la quattro fasi della visione sportiva a seconda dell’età: relazionale-divertimento inizialmente, miglioramento tecnico durante i primi anni di giovanili, agonistico verso la fine del percorso giovanile, e sport visto come elemento salutare quando si diventa adulti.

 

L’ultima tematica affrontata è stata riguardo la concezione dello sport in Italia; e in questo caso il bilancio non può che essere negativo: gli ultimi dati istat affermano che solo il 32% della popolazione italiana pratica sport (e non si intende professionismo -quello rappresenta solo il 3%-) con picchi di più del 50% in Trentino Alto Adige e minimi del 17% in Campania (39% in Lombardia). Tutto questo ha molteplici cause, ma è dovuto fondamentalmente ad una mancanza di cultura sportiva; una prova è sicuramente la poca attenzione e tempo che il percorso scolastico dedica all’attività fisica. Ed è per questo che diventa fondamentale che il bambino/ragazzo frequenti società sportive, che siano di sport individuali o di squadra. Situazione in cui, oltretutto, ha la possibilità di imparare a gestire i suoi impegni (scuola e allenamenti -> bambino autonomo). Scuola e sport devono quindi essere visti come elementi complementari, non alternativi.

 

Gli ultimi minuti sono stati dedicati al classico spazio-domande, dove sono stati affrontati altri temi interessantissimi come l’abbandono dello sport da parte dei giovani e la creazione di gruppi omogenei nelle società.

 

Sicuramente si è trattato di un incontro (ed è solo il primo!!) non solo interessante e quantomai attuale, ma probabilmente ha lasciato a tutti i presenti diversi spunti di riflessione

Il prossimo appuntamento sarà mercoledì 9 marzo ore 20:30 ancora all’auditorium delle scuole medie, l’argomento sarà ‘alimentazione e sport: la corretta alimentazione di uno sportivo‘, relatore dott. Francesco Corti (Biologo nutrizionista).

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Vi aspettiamo numerosi!

Davide

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By / on Feb 24, 2016

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